Tra le varie forme di allergia, quella ai pollini è una delle più comuni ed è un disturbo molto frequente durante l'infanzia.
QUANTO DURA L’IMPOLLINAZIONE
I pollini sono quei granellini, trasportati dal vento, che permettono alle piante di riprodursi. Solo i pollini piccoli e invisibili a occhio nudo causano allergia. Nel periodo dell'impollinazione, i pollini si concentrano nell'aria e possono provocare rinite, congiuntivite e asma nei bambini allergici.
Ogni pianta ha un periodo di impollinazione specifico in relazione al clima e alla regione, pur con la variabilità dovuta ai cambiamenti climatici e alle singole località. Per avere ulteriori informazioni è possibile consultare i "Bollettini" o "Calendari" dei pollini, realizzati da enti locali e disponibili sul web.
Nelle giornate calde e ventose i bambini soffrono di più a causa dell'allergia, soprattutto se esposti a graminacee e altre piante che liberano i pollini e causano i sintomi dell'allergia.
COME SI MANIFESTA
Nel periodo dell’impollinazione di graminacee, parietaria, olivo, etc. i pollini si concentrano nell'aria e possono causare sintomi come rinite, congiuntivite, asma e sindrome orale allergica. Quest'ultima è una manifestazione di cross-reattività tra alimenti e pollini che hanno in comune una determinata sostanza (detta antigene), compare tra pochi minuti e 30-60 minuti dal contatto con l'alimento e si manifesta con prurito, bruciore e talora anche comparsa di vescicole nel cavo orale. Tuttavia, alcuni bambini presentano anche rinite, congiuntivite, asma e reazioni cutanee come l’orticaria.
Il tratto digerente, in genere, non reagisce. Tuttavia, anche se raramente, possono verificarsi difficoltà nella deglutizione, vomito, dolore gastrico e diarrea. Nella maggior parte dei casi, questi sintomi si risolvono spontaneamente in poco tempo.
COME SI FA LA DIAGNOSI
La diagnosi di allergia ai pollini si basa prevalentemente sulla storia clinica del bambino (la familiarità, una descrizione accurata dei sintomi con informazioni relative alla loro stagionalità e alla loro durata) e su un'accurata visita.
Per confermare il sospetto di allergia e identificare l'allergene responsabile (ad esempio, il polline delle graminacee), la prima cosa da fare è quella di verificare la sensibilizzazione IgE-mediata verso l'allergene.
Il metodo più usato per diagnosticare l'allergia ai pollini è quello del prick-test, che consiste nel praticare delle prove cutanee con il metodo della puntura della pelle con lancetta. Il test consiste nell'applicare sulla pelle dell'avambraccio una goccia di estratto dell'allergene, nel pungere la goccia con una lancetta e nell'osservare la reazione locale.
Nel caso di situazioni che impediscono l'esecuzione delle prove cutanee (pelle molto irritata o molto reattiva o nel caso in cui non si possa sospendere la terapia con antistaminici, che interferisce con il risultato delle reazioni cutanee) può essere opportuno ricorrere alla ricerca nel sangue di anticorpi IgE specifici per gli allergeni sospetti.
In alcuni casi, in particolare nei bambini sensibili a più allergeni, può essere utile ricercare le IgE dirette verso determinate sostanze allergeniche, al fine di risolvere sensibilizzazioni da cross-reattività e pianificare un trattamento mirato.
COME SI CURA
I vaccini anti-allergici costituiscono ad oggi l'unica cura in grado di abituare il sistema immunitario a tollerare meglio il polline incriminato. Sono estratti allergenici che si somministrano tramite iniezione o sotto la lingua, a dosi ottimali per 3-5 anni.
Le iniezioni vengono somministrate dall'allergologo perché richiedono l'esecuzione di una punturina sottocutanea. Questa si effettua di solito settimanalmente per 2-3 mesi, ogni 15 giorni per altri 3 mesi e una volta al mese dopo 6 mesi dall'inizio della terapia.
Oggi si preferiscono i vaccini da somministrare sotto la lingua, che il piccolo può assumere mettendone poche gocce o compresse dispersibili sotto la lingua a digiuno al mattino.
Fonte: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
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Monica M.
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