Riscontro frequentemente problemi educativi legati alle difficoltà di linguaggio dei bambini. Tali difficoltà sono spesso legate a problemi di comportamento proprio perché i bambini si stanno disabituando ad ascoltare. Saper ascoltare è anche la premessa per imparare a parlare bene!
Molti hanno consegnato il proprio ruolo genitoriale ai figli, per evitare quei conflitti utili a promuovere la crescita armonica del proprio bambino. Senza il conflitto il bambino non può ricevere tutte quelle informazioni utili per capire cosa sia giusto o sbagliato nel proprio comportamento. Non bisogna intendere il conflitto come "contrasto" fine a se stesso, ma come opportunità relazionale di crescita che porta al cambiamento.
I "NO" PER CRESCERE
Il bambino per crescere ha bisogno certamente di affetto, ma anche di comprendere il senso del limite attraverso gli opportuni e contestualizzati "no" dati dall’adulto.
Gli adulti spesso tendono a distrarsi e a essere frettolosi; quindi, per non mettere a repentaglio la propria serenità, diventano accondiscendenti su tutto ciò che il bambino desidera in quel momento.
L’incoerenza educativa genitoriale, purtroppo, nel tempo renderà il bambino fragile in quanto lo stesso non saprà più cosa vorrà veramente. Il bambino, infatti, ottenendo l’oggetto desiderato, non si fermerà: annoiato, farà una nuova richiesta e così di seguito.
"BAMBINI TIRANNI"
Il bambino, che può sempre e indiscriminatamente decidere di "volere tutto e subito", rischia di diventare un bambino prepotente, collerico, incontenibile e aggressivo proprio perché, paradossalmente, si sente abbandonato dall’adulto che ha abdicato al suo ruolo genitoriale di Guida verso il vero bene.
Voler bene significa non privare il bambino della fatica di accettare anche i "no", che lo aiuteranno nel tempo a capire quali richieste potrà fare ai propri genitori e agli altri, senza mettere in scena comportamenti eccessivamente capricciosi e ricattatori (piangere, urlare, buttarsi per terra lanciare oggetti, picchiare i propri genitori...).
QUALCHE CONSIGLIO PER I GENITORI
L’IMPORTANZA DELL’ASSERTIVITÀ
Come diceva Il famoso pediatra e psicoanalista Donald Winnicott: "Il bambino ha bisogno di essere contenuto". Nel confuso mondo dell’educazione, non si può eclissare uno strumento importantissimo come l’assertività.
Occorre staccarsi da quei pensieri ambivalenti che potrebbero impedire al genitore di approcciarsi in modo assertivo: ad esempio, pensare a ciò che gli altri potrebbero dire, svia dall’essere chiari e decisi.
La chiarezza degli intenti di un adulto facilita il bambino a essere attento e ricettivo: a volte non serve parlare troppo!
POCHE PAROLE, MA CHIARE
Poche parole, ma chiare e dirette, aiutano il bambino a concentrarsi e, quindi, ad ascoltare ciò che l’adulto gli sta richiedendo. Non utilizzate atteggiamenti interrogativi e passivi come, per esempio, "Hai voglia di riporre i tuoi giochi?". È importante essere sintetici nel richiedergli cosa deve fare: ad esempio, dopo aver pronunciato il suo nome e indicandogli dove, direte "Riponi i tuoi giochi".
Se il bambino tenderà ancora a opporsi, sta solo misurando la vostra coerenza. Non cedete, ma mediate, aiutandolo con il vostro coinvolgimento attivo per fargli portare a termine ciò che gli avete chiesto. È un buon inizio!
Questa chiarezza lo metterà a sua volta nella condizione di imparare a non essere passivo nel rapporto che istaurerà con gli altri.
LA NECESSITÀ DI RITORNARE AD EDUCARE
Si deve tornare a educare con intenzionalità, perché l’educazione del proprio figlio non è solo una questione privata, ma anche e soprattutto sociale! L’accettazione del limite aiuterà vostro figlio ad affrontare nel tempo la complessità del mondo con sicurezza e serenità.
A cura di: Dott.ssa Michela Maddalena Capasso, Logopedista
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