Come comportarsi? Basta mantenere la calma e lasciare che la tempesta passi.
Certo, non è facile per l'adulto affrontare al meglio l'espressione di un'emozione così forte, ma la rabbia è una manifestazione del tutto 'normale', una tappa della crescita di ogni bimbo. A partire dai due anni, infatti, spesso per tutto il periodo prescolare, il bimbo è travolto da questi stati di ira. Improvvisamente, in alcune situazioni, si trasforma in una piccola furia che urla e strepita, piange, protesta e si oppone strenuamente, con tutte le sue forze, a ogni strategia pacificatoria di mamma e papà. La crisi può scoppiare, in modo inaspettato, in qualsiasi luogo e per mille cause diverse: una torre di mattoncini che crolla, il peluche scomparso, un 'no' del genitore.
I genitori rimangono spiazzati ma è tutto normale: la rabbia è un segnale di crescita. Il genitore si sente spiazzato di fronte al figlio che piange disperato e scalpita, tuttavia non c'è motivo di preoccuparsi. È un grande segnale positivo, il bimbo sta crescendo e scopre il proprio io, impara chi è e cosa vuole, ma per farlo si trova in uno stato di continua lotta, fa fatica a decidere perché non sa bene cosa vuole davvero.
Per noi adulti, per esempio, se ci sentiamo un po’ deboli, è immediato pensare di mangiare qualcosa poiché l'abbiamo imparato. Per un bimbo, invece, non è così facile: non ha ancora abbastanza esperienza, quindi vive spesso un conflitto tra emozioni diverse, un'alternanza tra 'voglio' e 'non-voglio'.
Il bambino si oppone ma non vivetela come una provocazione nei vostri confronti: quando iniziano le 'prime scene', l'atteggiamento del bimbo, spesso, risulta molto difficile da accettare per l'adulto. In realtà, il genitore non dovrebbe viverlo come un attacco da parte del bambino. La caparbietà è una caratteristica dell'infanzia, proprio perché il piccolo deve sperimentare la sua autonomia. Quando il bimbo diventa intrattabile e la rabbia esplode improvvisamente, non ha senso tentare subito di calmarlo e parlargli. Ancora peggio è alzare la voce o intimargli di smetterla. Occorre aspettare che la tempesta passi e dargli il tempo di passare 'attraverso' e 'dopo' la rabbia. In genere, comunque, dopo che si è sfogato, il bimbo cerca spontaneamente il genitore e, in questo momento, è importante rassicurarlo, coccolarlo e calmarlo. In base all'età, si può poi discutere e spiegare cosa è successo.
A volte, può accadere che il bimbo si arrabbi così tanto da diventare cianotico. Naturalmente, il genitore si spaventa ma la bomba è già innescata e in questo caso è una buona idea passargli un fazzoletto bagnato sul viso o fargli un massaggio sulla schiena e consolarlo. Una volta che si è calmato, si può spiegargli cosa è successo, trasformando in parole o in un disegno le sue emozioni incontrollabili.
Capire (e accettare come 'normale') la rabbia del bimbo mantenendo la calma (se il bimbo urla, non serve urlare più di lui) di fronte alla sua improvvisa esplosione è molto importante. Soprattutto quando nasce da un 'incidente' del quotidiano (un gioco si rompe, sparisce, qualcosa va storto per il bimbo...).
Un po' diverso il caso in cui il bimbo si arrabbia per un 'no' del genitore. In alcune situazioni, infatti, il bimbo si 'accende' perché l'adulto ha messo dei paletti. In questa fascia d'età, in ogni caso, è opportuno che il bimbo segua al massimo 3-4 regole stabilite insieme da mamma e papà. È fondamentale che entrambi i genitori siano d'accordo e convinti nel proporre sempre le stesse regole: se non c'è coerenza, il piccolo lo percepisce.
I riti danno sicurezza
La regolarità è una grande risorsa per il bimbo piccolo, lo aiuta ad accettare anche quei momenti della giornata che possono scatenare la sua rabbia. Tipico è il caso della nanna che genera, molto spesso, grandi proteste e rimostranze da parte dei bimbi intorno ai 3 anni. Ma, naturalmente, il fatto di andare a letto a un orario adeguato per l'età è una 'regola', non è qualcosa su cui si possa discutere. E in questo frangente, per esempio, è indispensabile che mamma e papà sostengano la stessa identica posizione ('è ora di andare a letto, abbiamo letto la storia, le luci grandi si spengono, chiudi gli occhi!').
Impegni, corse e stress sono una sorta di comune denominatore per (quasi) ogni famiglia. Ogni giornata è spesso una lotta contro il tempo; è quindi molto importante avere dei rituali di calma per contrastare lo stress che oggi è sempre più forte per tutti noi e insegnarlo, poi, anche ai figli. Di fatto, è una grande risorsa ritagliarsi qualche momento di benessere e proporlo anche ai bimbi.
Se il genitore è sufficientemente soddisfatto, lo è di solito anche il bimbo. Non possiamo pensare che il bimbo sia un mondo a se stante: se ha intorno adulti che sanno gestire bene il tempo e sono capaci di rilassarsi, lo sarà di più anche lui. Un genitore mediamente soddisfatto ha più pazienza e un atteggiamento più coerente verso il figlio. E tutti i bambini hanno bisogno di tempo, amore e libertà e di adulti che hanno voglia di stare con loro.
A cura di: Il Granchio Arcobaleno
14 Gennaio 2023