Nonostante in Italia la scrittura in corsivo venga proposta solitamente in prima elementare, molti bambini della scuola primaria fanno fatica a scrivere in corsivo o addirittura non hanno mai fatto esperienza con questo tipo di scrittura.
Avvalendosi dell’autonomia didattica molti insegnanti decidono di posticipare o addirittura di sostituire l’insegnamento della scrittura in corsivo con lo stampato maiuscolo e con il minuscolo (detto script).
Spesso, purtroppo, viene lasciata ai bambini la decisione di scegliere il tipo di scrittura da utilizzare, come se il bambino avesse già quella maturità per capire il senso di come usare in modo appropriato la propria libertà. Questa richiesta, a mio parere, è molto diseducativa! Ovvio che il bambino che non ha avuto l’opportunità didattica di imparare correttamente la scrittura in corsivo opterà per scritture più semplici, come lo stampato.
Siamo sicuri che sia davvero disgrafico?
Sono convinta che molti bambini che poi vengono dichiarati "disgrafici", e di conseguenza esentati dallo scrivere in corsivo, lo diventino a causa dell’assenza di una didattica corretta che possa portare il bambino a interiorizzare adeguatamente il corsivo.
Un tempo l’ora di calligrafia (bella scrittura, in corsivo) era inserita nelle materie di studio, poi fu abbandonata in quanto considerata uno strumento obsoleto.
Scopriamone i benefici
Il recupero della scrittura in corsivo è invece, a mio parere, un obiettivo formativo importantissimo per il bambino che inizia a imparare a scrivere, perché mette in azione una rete di processi neurali che beneficiano anche il suo sviluppo linguistico e cognitivo.
Alcuni studi dimostrano che i bambini che imparano da subito a scrivere in corsivo avranno una scrittura più chiara e fluida, e migliori competenze ortografiche; inoltre non confonderanno le lettere simili che ritroviamo nella scrittura "script" (p-b-d-q).
Per scrivere una lettera in corsivo leggibile occorre, infatti, un particolare livello di controllo motorio delle dita e del polso: per produrre ogni lettera bisogna seguire una certa sequenza staccando il meno possibile la matita dal foglio, perché il corsivo, rispetto allo stampato, si avvale di movimenti tondeggianti che richiedono abilità raffinate che il bambino già possiede come propria potenzialità.
La palestra che prepara all’uso del corsivo
Tali abilità occorre allenarle attraverso un costante e organizzato esercizio. Ecco perché il primo anno della scuola primaria è decisivo e propedeutico per appropriarsi della calligrafia.
Procrastinare l’insegnamento del corsivo, indugiando a lungo sulla scrittura in stampato, può indurre una certa fissità motoria e di conseguenza mentale sui "tratti spezzettati" che caratterizzano lo stampato, impedendo al bambino di appropriarsi di quei tratti più raffinati che sono rappresentati dalle lettere in corsivo.
Mi duole dirlo, ma sempre più bambini tendono ad avere difficoltà a scrivere in corsivo proprio perché gli stessi adulti, che dovrebbero proporlo, non credono più alla sua utilità, considerandolo un apprendimento faticoso.
Affrontare l’iniziale fatica del corsivo per accrescere autostima e competenza nel bambino
Continuare ad allontanare la "fatica" dal bambino, che invece deve impegnarsi per crescere, crea alla lunga un danno sia sul piano emotivo, sia sul piano neuro evolutivo del bambino stesso.
Mi capita spesso di visionare quaderni con scritture in corsivo non curate nei particolari: caratteri non allineati e legami tra una lettera e l’altra incompleti oppure molte schede incollate dove si dà al bambino poca occasione di allenare la propria calligrafia.
I contenuti rimangono così meno impressi nella mente del bambino proprio perché impara a scrivere in modo frettoloso e impreciso.
Carenze di autonomie di base e manualità fine a partire dalla scuola dell’infanzia
Vorrei sottolineare tuttavia che capisco molto bene le insegnanti della scuola primaria che spesso si trovano di fronte bambini molto carenti sul piano delle autonomie personali e della manualità fine: bambini che non sanno vestirsi e allacciare le scarpe da soli, non sanno usare correttamente le posate, non impugnano correttamente le forbici o una matita.
Le insegnanti, quindi, partono talvolta scoraggiate rispetto alla possibilità di insegnare ai bambini una competenza così raffinata, pur essendo una richiesta adeguata per un bambino di prima elementare.
Pensate che in alcuni paesi stranieri i bambini iniziano a scrivere già alla scuola dell’infanzia.
Nelle nostre scuole dell’infanzia, invece, vengono proposti alcuni prerequisiti che però non sono così mirati a facilitare l’acquisizione del corsivo alla primaria. Pertanto anche in Italia la scuola dell’infanzia, a mio parere, dovrebbe prendere in carico il compito di sviluppare davvero tutti i prerequisiti indispensabili per l’apprendimento della scrittura, e del leggere: apprendimenti che saranno certamente poi consolidati alla primaria.
Ritorno alla sana pedagogia: pazienza, fatica ma tanta soddisfazione
Già in passato molti studiosi, tra cui lo psicoterapeuta dell’età evolutiva Federico Bianchi di Castelfranco, hanno dichiarato che la perdita del corsivo è alla base di molti disturbi dell’apprendimento.
Occorre riprendere in mano una sana pedagogia che permetta agli adulti di ritrovare la pazienza di insegnare il corsivo ai bambini. Senza fatica e con la fretta non si ottiene altro che demotivazione e impreparazione, questo non va mai dimenticato.
Ci tengo infine a sottolineare che senza il corsivo al bambino viene anche impedita la possibilità di avere un’adeguata futura firma personalizzata, che lo stampato non potrà certamente garantire.
A cura di: Dott.ssa Michela Maddalena Capasso, Logopedista
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