L'importanza di iniziare a leggere e scrivere prima della scuola primaria

Oggi parliamo di un importante argomento su cui ancora vi sono pareri discordanti, ossia la possibilità di anticipare alcune competenze di base di letto-scrittura prima dell’inizio della scuola primaria.

IL PUNTO DI PARTENZA E’ LO STESSO PER TUTTI I BAMBINI?

Se fossimo certi che tutti i bambini inseriti in una classe della scuola primaria abbiano le stesse competenze di base, il mio consiglio sarebbe quello di non anticipare alcuna competenza al riguardo.

La mia lunga esperienza sul campo, però, ha evidenziato che spesso non è così. Lo dimostrano le innumerevoli richieste d’aiuto da parte della scuola primaria e l’alto numero di invii alle neuropsichiatrie infantili.

Anche perché, come affermava il famoso pedagogista Alain Goussot, nella scuola si è radicato il paradigma clinico-diagnostico, per cui i bambini che, ad esempio, non hanno avuto la possibilità di essere aiutati dalla famiglia a scoprire le proprie competenze, sono spesso destinati a diagnosi cliniche per poter in futuro affrontare in modo apparentemente più facile le proprie difficoltà.

Ormai - mi duole dirlo - il sistema è costruito in modo da eliminare le difficoltà, rendendo il percorso quanto più semplice possibile (DSA, BES,...) a discapito proprio delle potenzialità dei bambini.

La speranza, però, è l’ultima a morire!

FACENDO NEI TEMPI GIUSTI, IMPARO E PREVENGO

E’ pertanto necessario e urgente attuare un intervento ecologico di prevenzione.

Ben vengano gli esercizi esperienziali di pregrafismo nella scuola dell’infanzia: le manipolazioni con il pongo, infilare, ritagliare, disegnare...ma ciò a mio avviso non basta.

La scrittura è un atto motorio complesso da educare fino all’automatismo del movimento qualitativo, che richiede tempo e precisione. Oggi non ritengo eticamente giusto per i bambini rimandarla alla sola competenza della scuola primaria, dato che già un bambino di 4 anni ha la curiosità e la predisposizione per allenarla.

QUALCHE CONSIGLIO PRATICO PER BAMBINI DAI 4 AI 5 ANNI

• Occorre far affrontare a tutti i bambini l’esperienza diretta della letto-scrittura delle lettere dell’alfabeto in stampato maiuscolo e dei numeri (almeno fino al 20), soprattutto partendo dall’aspetto grafico.
• Insegnare da subito al bambino a impugnare correttamente la matita e organizzare l’orientamento corretto del segno grafico delle lettere in stampato maiuscolo e dei numeri, lo avvantaggerà molto alla scuola primaria. L’orientamento grafico, ad esempio, della letterina “O”, che dovrà da subito essere affrontata in senso antiorario, elemento precursore per affrontare correttamente in futuro il corsivo. In commercio si trovano tanti libretti che propongono esercizi di questo tipo.
• Insegnare ai bambini a scrivere il loro nome in stampato maiuscolo. L’illusione del “concentrarsi solo sull’aspetto della spontaneità” spesso è un boomerang che alla fine colpisce i bambini stessi!
• Oltre a insegnare al bambino il riconoscimento e la denominazione delle lettere e dei numeri, spronateli anche a scoprire insieme a voi le prime sillabe. Unica accortezza fondamentale è che il bambino pronunci il suono fonetico (“F”) e non il nome della lettera dell’alfabeto (“EFFE”); mentre se il bambino imparerà a leggere “EFFE” farà poi fatica a fare la sintesi dei suoni “F” e “A” per arrivare a leggere la sillaba “FA”, proprio perché la sua mente si sarà abituata a pronunciare “EFFE”.
• Spronateli a indovinare le paroline che iniziano con una determinata letterina dell’alfabeto: ad esempio indoviniamo tutte le paroline che iniziano con la letterina “M” (mela, mare,...).

Accanto alle autonomie personali, queste competenze di base aiuteranno i vostri figli ad affrontare più serenamente l’inizio della scuola primaria. E se nella classe si crea un’armonia delle competenze, l’apprendimento nella scuola primaria avviene in modo più sereno e graduale.

IL RUOLO IMPORTANTE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

Non solo la famiglia deve farsi carico di questo importante lavoro di prevenzione, ma anche la scuola dell’infanzia - se non lo sta già facendo -, proprio con l’obiettivo di dare pari opportunità a tutti i bambini.

Le pari opportunità possono concretizzarsi solo se accettiamo senza ipocrisia che sono cambiati i tempi: la maggior parte dei bambini oggi ha molti più stimoli rispetto al passato, ma non tutti hanno lo stesso ambiente stimolante!

La scuola primaria non può farsi carico da sola nel recuperare abilità primarie, che richiedono molto tempo per essere consolidate senza fretta. Non lasciamo sole le insegnanti della scuola primaria: la stessa Montessori sosteneva che la mano del bambino di 6/7 anni ha già perduto il suo prezioso periodo della sensibilità motrice, in cui si coordinano in modo funzionale e con meno sforzo i movimenti adeguati per la scrittura.

Il bambino per imparare ha bisogno di condizioni di tempo più favorevoli dove può sperimentare in continuazione, ma in modo mirato, le proprie potenzialità di base in cui sono contemplate anche quelle - passatemi il termine - di “vera scrittura e vera lettura”.

L’azione pedagogica della scuola, come asseriva il pedagogista Alain Goussot - mi permetto di sottolineare dell’infanzia in primis e poi della scuola primaria - è quella del rendere possibile quello che sembra essere impossibile, permettendo a ogni bambino di accedere alla propria umanità e al proprio aspetto più nobile.

A cura di: Dott.ssa Michela Maddalena Capasso, Logopedista

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