Nel mio precedente articolo abbiamo visto che se il vostro bambino inizia a manifestare alcune fatiche didattiche, o un insegnante solleva dei dubbi circa il fatto che vostro figlio possa essere dislessico, disgrafico, etc…non bisogna spaventarsi, pensando subito che vostro figlio sia affetto da un Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) e che perciò debba essere subito seguito da uno specialista.
Un pizzico di coraggio e tanta pazienza
Spesso infatti, attivarsi subito e seguire giorno per giorno, con pazienza e costanza, il proprio bambino, incoraggiandolo e guidandolo con il proprio esempio, è sufficiente per risolvere queste difficoltà in modo naturale.
Sembra che oggi, infatti, ci si sia dimenticati di importanti studi fatti nel passato, ad esempio come quelli affrontati dal famoso psicologo-pedagogista russo Vygotskij, il quale ha fortemente ribadito l’importanza delle indicazioni quotidiane dell’adulto che aiutano i bambini a sviluppare tutte le proprie competenze d’apprendimento sommerse.
Ci tengo a ribadirlo: il bambino acquisisce l’esperienza con l’aiuto di un adulto paziente, che non si sostituisce, ma si prende cura di lui attraverso lo sguardo attento e condiviso, l’ascolto, l’attesa e il consiglio di chi lo accudisce senza fretta. I bambini si accorgono se noi li stiamo ascoltando!
Quali sono le difficoltà di apprendimento e come intervenire
Vi consiglio di visionare insieme al vostro bambino, che sta frequentando il primo anno della scuola primaria, i quaderni per capire se non riesce a stare in linea con le richieste dell’insegnante e di osservare oggettivamente il suo comportamento.
Ad esempio, potreste riscontrare alcune delle seguenti difficoltà:
Il vostro buon senso vi guiderà, ma vi consiglio di dare subito le giuste indicazioni ai vostri figli se non rispettano quanto detto sopra: ad esempio, se un bambino scrive delle lettere o dei numeri al contrario dategli subito il modello giusto, correggendolo. Correggere non significa costringere ma guidare.
Se ciò non potrà bastare per riallineare il vostro bambino alle richieste didattiche mirate, sarà necessario e importante avvalersi anche dei consigli dell’insegnante.
Non esiste una rigida tabella di marcia. Bisogna entrare nel desiderio di soffermarsi a osservare e ascoltare ciò di cui veramente ha bisogno in quel momento il vostro bambino per aiutarlo concretamente a superare le sue sacrosante e ovvie incertezze.
Il pericolo di standardizzare e medicalizzare gli apprendimenti dei bambini è proprio quello di paralizzare le competenze di voi genitori, anche e soprattutto sul piano educativo.
Bisogna essere accoglienti ma allo stesso tempo risoluti, perché tener conto delle caratteristiche individuali di un bambino non significa piegarsi ogni volta ai suoi capricci, negandogli così la possibilità di un adeguato apprendimento.
Come dare autonomia ai propri figli
Non meno importante è questo aspetto! Ora, i vostri figli dovranno imparare a essere ulteriormente autonomi: fate in modo che imparino a preparare la cartella, a vestirsi e allacciarsi le scarpe in autonomia, se non sanno ancora farlo.
Alla sera coinvolgeteli ad apparecchiare la tavola e cenate insieme senza la televisione accesa; fate in modo che i bambini stiano seduti con voi tutto il tempo necessario, perché ciò li aiuterà a stare più fermi e concentrati. Raccontatevi ciò che di bello o faticoso avete vissuto quel giorno.
Tutte queste competenze sono trasversali per apprendere adeguatamente. Questi sono alcuni esempi di autonomia, ma ce ne sono molti altri.
Tutto ciò deve avvenire con la vostra presenza partecipativa e non sostitutiva perché i protagonisti di queste conquiste dell’autonomia devono sempre essere i vostri figli.
Il rischio di essere frettolosi con i vostri bambini è quello di renderli a loro volta frettolosi e imprecisi: come si può poi pretendere da loro la precisione?
Non svegliateli all’ultimo momento prima di andare a scuola, ma date loro più tempo al mattino, affinché il distacco avvenga in modo più sereno. Dargli più tempo significa stimolare la loro conversazione che permetterà ai vostri bambini di imparare a esprimersi meglio e ad ascoltarvi sempre di più.
Quanto vi ho espresso è importante, perché i vostri bambini percepiscono con chiarezza che le suddette richieste arrivano in primis dai propri genitori e così a scuola saranno più motivati e organizzati.
Quando rivolgersi a un logopedista
Se, invece, queste difficoltà tenderanno a persistere, rivolgetevi pure a uno specialista ma fate in modo che la scelta ricada su un professionista che sappia tutelare le competenze dei vostri figli in un’ottica ecologica ad ampio raggio, perché i test, che si prefiggono di verificare l’andamento scolastico di un bambino, sono spesso molto limitativi.
Non tengono conto, infatti, delle reali potenzialità sommerse ma evidenziano solo le conoscenze acquisite dal bambino fino a quel momento.
29 Ottobre 2023
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