Credo sia importante ricordare quanto per i bambini il problema della separazione in generale (inserimento al nido, alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria, il primo ‘pigiama party’, il primo campus lontano da casa…) sia un evento da un lato gradevole, perché di apertura al mondo, ma a volte faticoso in quanto ci si deve separare dalle figure di riferimento familiari. Ed è quindi necessario che i genitori prestino molta attenzione a come il bambino affronta queste esperienze.
Quando poi sono i genitori a decidere di separarsi, spesso per i bambini cambiano le dinamiche, sia della famiglia ristretta che della famiglia allargata - comprendente nonni, zii, amici, etc – generando situazioni di fatica a livello emotivo. Ne deriva dunque che il bambino deve essere messo al centro rispetto ai suoi bisogni emotivi, alle sue paure, alle sue fantasie ed è estremamente importante prestare la massima attenzione e mettere in atto alcune strategie per poterlo aiutare.
In primo luogo, è fondamentale che la comunicazione della separazione venga effettuata da papà e mamma insieme, con parole semplici, chiare e comprensibili al bambino, che tengano conto della sua età e delle sue capacità di comprensione. Una comunicazione di così forte impatto emotivo è meglio che non sia data a fine giornata, in quanto la notte non consentirebbe al bambino di iniziare ad elaborare tale nuova situazione.
Occorre tenere in massima considerazione la reazione emotiva del bambino a tale comunicazione; infatti, la funzione del genitore è quella di accogliere le emozioni del bambino e rassicurarlo rispetto al futuro, esplicitando che mamma e papà continueranno ad essere i suoi genitori e che gli vorranno bene come sempre, anche se alcune cose cambieranno.
È importante che il bambino abbia colto quanto i genitori gli hanno comunicato, per dare anche a lui la possibilità di esprimere eventuali paure ma anche desideri. Sapendo poi che ogni bambino può reagire in modo differente, dobbiamo far sì che mamma e papà possano rispondere a tutte le domande che il bambino pone; se il bambino non fa domande, significa che è in difficoltà e non riesce ad elaborare l’evento per lui traumatico.
Occorre anche garantire al bambino che la separazione tra i genitori non andrà a mettere in crisi i suoi rapporti significativi sino ad allora creati al di fuori della famiglia. È una falsità, invece, dire al bambino che "nulla cambierà" per lui, dandogli da un lato il dispiacere ma anche, in modo contraddittorio, l’illusione che non vi saranno momenti di difficoltà, tristezza e rabbia.
Dal momento poi in cui si comunica la cosa, è necessario che nei giorni successivi al bambino non vengano proposte situazioni di "famiglia unita", ma anticipazioni di rapporti distinti mamma-bambino e papà-bambino. Successivamente, per i bambini più piccoli, che non hanno ancora una chiara strutturazione dello spazio e del tempo, è importante creare un calendario dove vengano evidenziati i vari spostamenti del bambino da una casa all’altra ed i relativi tempi di permanenza.
Così come dobbiamo dare al bambino la possibilità di esprimere le proprie emozioni, lasciamo che anche le emozioni di mamma e papà possano emergere, così da rassicurare il figlio che si tratta di un momento molto faticoso per tutti e denso di emozioni che a volte è difficile esprimere in modo esaustivo e riappacificante per il bambino. Parallelamente è bene che i genitori siano particolarmente attenti al comportamento del figlio, a sue variazioni di umore e di attenzione, eventuale calo di rendimento scolastico, perdita d’interesse, alterazioni della alimentazione e del sonno.
Infine, è molto importante che i genitori dicano chiaramente al bambino che della separazione lui ne può parlare con chi desidera, estromettendo così il fantasma del "segreto da mantenere", o che si tratta di qualcosa di cui "vergognarsi".
Ritengo che questi consigli possano essere utili per bambini di 3-8 anni rispetto ad un tema complesso, per far sì che possano affrontare in maniera costruttiva una situazione difficile e a volte dolorosa.
A cura di: Dott.ssa Elena Zighetti, Neuropsicomotricista e Psicopedagogista
10 Febbraio 2021