Febbraio, tempo di pagelle. Finisce il primo quadrimestre ed ecco, come ogni anno, l’appuntamento con le schede di valutazione. Le pagelle sono attesissime sia dai bambini sia dai genitori, ma spesso altrettanto temute, quando subentrano fatiche emotive o difficoltà di apprendimento. Vediamo assieme come affrontare il momento della consegna e gestire i brutti voti ed il percorso di studio.
Come affrontare la pagella in modo positivo con i propri figli?
L’arrivo della pagella può essere stressante, tanto per i bambini che per i genitori. Esistono però dei metodi e degli accorgimenti per far sì che ricevere la pagella sia, per i bambini e le famiglie, un momento positivo, di crescita e di presa coscienza di eventuali lacune, necessaria alla loro compensazione.
Innanzitutto, la pagella non dovrebbe essere una sorpresa, né per il bambino, né per i genitori. Viene consegnata dopo mesi di attività scolastica, quindi i genitori dovrebbero già sapere quali sono le difficoltà o le eccellenze dei propri figli, dovrebbero aver sviscerato il problema e averlo affrontato.
Serve quindi molto realismo circa il rendimento scolastico del proprio figlio, per affrontare con maggiore serenità questo momento delicato. A prescindere dal fatto che un lavoro di valutazione sia stato effettuato, un’ottima strategia è mantenere un atteggiamento positivo, utilizzando frasi tipo: “Vedi, qui abbiamo da fare! Vediamo come ci possiamo organizzare” e non invece con frasi tipo “Te lo avevo detto, non hai voluto ascoltarmi”, perché il bambino ormai non può più rimediare. Bisogna guardare avanti!
Bisogna sempre tenere presente che le pagelle sono un parere sul rendimento scolastico, non un giudizio di merito sullo studente, e che qualsiasi brutto voto ha delle radici che è bene indagare. Tanto meno, una pagella negativa è un giudizio sulla capacità genitoriale: il punto è saper intervenire adeguatamente sulle lacune che ogni studente può trovarsi ad avere, ad un certo punto del proprio percorso scolastico.
Apprezzare il positivo e valutare oggettivamente il negativo per crescere.
Per favorire la crescita e l’autonomia dei propri figli, è indispensabile non solo disciplinare nei momenti opportuni, ma anche apprezzare i voti positivi. Per esempio, se ha nove in condotta gli si può dire: “Bravissimo, sei capace di comportarti bene”. In questo modo il bambino si sente sollevato, adeguato. Poi si arriva al voto insufficiente e a quel punto gli si può dire: “Dai, lo sapevamo che qui c’è un problema. Dobbiamo lavorare”.
Ricevere un brutto voto infatti, vederlo nero su bianco, può essere scoraggiante e minare l’autostima del bambino. Ma come deve comportarsi un genitore davanti a una brutta pagella? È importante non drammatizzare, guardare con propri figli le singole valutazioni e trovare insieme a loro le strategie per migliorare. Va considerato che nei momenti di passaggio un calo può essere fisiologico, perché quando il corpo cresce la testa rallenta. In ogni caso un brutto voto ci dice qualcosa, e va dunque interpretato come un sintomo.
Bisogna identificare le possibili cause di un brutto voto: può esserci una fatica nell’apprendimento, dovuta al carico di lavoro, al fatto che la scuola è diventata troppo difficile; in altri casi il metodo di studio va potenziato perché l’apprendimento è superficiale e non va in profondità; succede anche che dietro la pagella ci siano messaggi relazionali, che un brutto voto simboleggi una necessità del bambino, ad esempio di maggiori attenzioni.
Soprattutto se si tratta della prima pagella e quindi di bimbi in prima elementare, bisogna vivere il momento con serietà ma non con pesantezza. È importante passare ai propri figli l’idea che la pagella serve per far capire a che punto del proprio percorso di apprendimento si trova ciascuno, se c’è un buon metodo di studio oppure no.
Come rimediare ai brutti voti in pagella?
Un brutto voto in pagella non è la fine del mondo, però bisogna porre rimedio. Per fare ciò è utile costruire un rapporto di fiducia e collaborazione tra scuola e famiglia, con un dialogo aperto ed onesto sulle proprie aspettative e sulle difficoltà che lo studente sta incontrando.
C’è poi un livello di intervento che è di competenza dei genitori: è indispensabile dedicare ai propri figli del tempo esclusivo. Solo così potranno così avere il modo e lo spazio per raccontarvi cosa c’è dietro una brutta pagella e confidarvi le loro difficoltà.
Un’altra regola per invogliare i bambini è essere estremamente positivi e stimolare la curiosità. Ad esempio, nel fare i compiti è utile una frase come: “Fammi vedere come fai questa cosa? Sai che non me lo ricordo più?”. E anche il confronto continuo e la collaborazione costruttiva con i docenti sono passaggi fondamentali per individuare le fatiche dei propri figli e le strategie per superarle.
Scoraggiarsi e pensare sia tutto inutile è sempre sbagliato: davanti a un brutto voto, bisogna analizzare le cause e agire in modo opportuno, senza rendere lo studio un momento emotivamente difficile per il bambino. I buoni voti e l’impegno vanno premiati e vanno stimolate la curiosità, l’autonomia e l’amore per lo studio. In questo modo, il momento dell’arrivo delle pagelle sarà vissuto con distensione e serenità, dalla famiglia nel suo complesso.
A cura di: @Welcomed
12 Febbraio 2023
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