Con l’inserimento al nido il bambino fa il primo ingresso nella società. È un momento emotivamente intenso, non solo per il bambino, ma per l’intera famiglia.
È importante sapere come affrontare al meglio questo evento perché la serenità che tu genitore saprai trasmettergli avrà un ruolo importante in questo processo. Come prepararsi al meglio e cosa fare se tuo figlio piange?
Lo mando o no al nido?
Lo so, non è facile separarsi dal proprio bambino, ma è stato dimostrato come mandarlo all’asilo porti a una serie di effetti positivi che influiranno sul suo sviluppo emotivo e cognitivo:
Si prenderanno abbastanza cura di lui? E se non capiscono i suoi bisogni? E se i più grandi gli fanno male?
Alcune delle preoccupazioni più frequenti. Ricordati, caro genitore, che il nostro importante compito non è quello di evitargli situazioni o emozioni nuove e complesse, ma al contrario è nostra responsabilità dargli l’occasione di poterle vivere ed affrontare potendo contare sul nostro supporto. Solo così cresce un adulto emotivamente competente e con un buon livello di problem solving e di capacità relazionale.
Se ci pensate bene, quando portiamo il nostro bambino dai nonni, presenza preziosa, non potranno mai sperimentare la condivisione o la frustrazione perché i nonni non saranno mai quelle persone che ruberanno il gioco dalle mani di vostro figlio, dinamica invece che si presenta al nido e che da la possibilità preziosa di poter gestire dinamiche relazionali.
Un buon ambientamento
Attualmente esistono due principali tipi di ambientamento:
Questa scelta è a discrezione della struttura. È importante però la presenza di tre elementi:
Assicurati che tu possa sempre chiedere un confronto con l’educatore se lo ritieni necessario, perché tuo figlio respira a pieni polmoni il tuo stato d’animo.
Nel momento della scelta del nido, ti invito a visitare più strutture e fare tutte le domande necessarie, anche quelle che ritieni più sciocche o scontate, perché non lo saranno.
Ti invito a fidarti del tuo istinto: una mamma lo sente quasi subito se l’aria che sta respirando in quell’ambiente può essere accogliente per il suo bambino. Perché la realtà è quella che vivi nel presente più di tutte le cose che ci vengono presentate nella carta dei servizi della struttura.
Chiediti quali sono i tuoi valori (vorrei stesse all’aria aperta, vorrei facesse esperienze musicali o di lingua straniera, vorrei usassero un approccio centrato sulla persona, etc) e questi valori ricercali nella struttura.
Ricordati che più di inserimento si parla di ambientamento. In merito si è pronunciata la pedagogista Grazia H. Fresco: in questo modo si riconosce che il piccolo è in grado di esercitare le sue capacità di adattamento, valorizzare le sue competenze e affrontare il nuovo ambiente in modo positivo.
Prepararsi nella pratica: consigli e cose da evitare
La fatica più grande? La nostra di genitore: fare i conti con i propri timori di adulto e riconoscerli per non subirli e per non essere un blocco per il bambino.
Ricorda il tumulto emotivo del bambino può essere placato soltanto da due elementi: la tranquillità dell’adulto e il sentire che l’adulto non sminuisce i timori del bambino.
Invece di dire “dai, ma cosa piangi? Sei un bimbo grande” prova a dire “hai ragione, è difficile staccarsi dalla mamma, ti capisco! Ma io so che tu ce la fai!”
A cura di: Elisa Parisi, Educatrice per la Famiglia 0-6 anni
10 Settembre 2023
Hai già un account? Accedi