Chi coinvolge un disordine alimentare?
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono noti per colpire molto i giovani adolescenti, ma in realtà essi possono emergere già in età precoce, come nel periodo prescolare o anche nei primi mesi di vita. Piuttosto che le parole, infatti, queste problematiche utilizzano un linguaggio cifrato con cui l’inconscio comunica un malessere profondo, di cui il corpo si fa portavoce. Tali disturbi presentano delle linee comuni, riconosciute dalla comunità scientifica, ma non prescindono dalla situazione e dal vissuto soggettivo di chi vive quella sofferenza e di chi gli sta intorno.
Anche per queste ragioni, è di fondamentale importanza il lavoro con la famiglia nel percorso di cura, in quanto portatrice non solo di domande e preoccupazioni da accogliere e ascoltare, ma anche di risorse e intuizioni da valorizzare.
Fare posto alla famiglia
Il disturbo alimentare a volte manifesta la difficoltà nel superare quei compiti evolutivi che la crescita porta con sé. Per questo i DCA si presentano spesso in adolescenza, poiché è una fase dello sviluppo ricca di sfide e destinata a diversi cambiamenti che coinvolgono anche la famiglia: i ragazzi sentono infatti il bisogno di affermare la propria identità come unica e indipendente da quella degli adulti, talvolta ricorrendo però a modalità disfunzionali.
Di fronte quindi al sorgere di un disturbo, la famiglia può ritrovarsi pervasa da un’angoscia profonda e da un senso di impotenza che, da una parte, spingono a chiedere aiuto ma, dall’altra, possono come immobilizzare, impedendo in alcuni casi di interrogarsi sui sintomi emersi.
Al manifestarsi di segnali di malessere, è importante per i genitori pre-occuparsi, ovvero occuparsi prima che il disagio si trasformi in un disturbo, ma anche per i professionisti dare un posto all’angoscia e agli interrogativi dei genitori, ponendo attenzione alle dinamiche familiari, ascoltando in modo attivo e gentile e offrendo, così, un luogo sicuro che accolga i sentimenti delle figure di riferimento.
Perché è importante il lavoro con la famiglia?
I pazienti che soffrono di un DCA, soprattutto in giovane età, non sempre riconoscono il problema e domandano aiuto. Tale condizione induce le famiglie ad essere loro il più delle volte a richiederlo per conto dei figli. Tuttavia, questo movimento non si sostituisce alla cura, bensì ne è propedeutico.
Per i genitori, comunque, non è facile poi coinvolgersi nel trattamento, anche perché i disordini alimentari tessono un profondo legame con affetto e nutrimento, innescando possibili vissuti di colpevolizzazione rispetto a questi due ambiti e portando, talvolta, madre e padre a sentire di dover ricercare sbagli e colpe nei loro comportamenti.
Spesso, infatti, si commette l’errore di inserire il DCA in un rapporto di causa-effetto, dove la causa ricade infine sulla famiglia. Per questo è importante sostenere quest’ultima psicologicamente, accompagnandola a comprendere la fondamentale differenza tra implicazione e causazione: qualcosa del disagio del soggetto riguarda anche il suo contesto, che a partire dalle sue intuizioni uniche può coinvolgersi nel lavoro per ricercarne insieme l’origine e la possibile cura.
È bene quindi sottolineare che:
il comportamento genitoriale non può essere definito come la “causa” del disturbo alimentare, che generalmente deriva da molti fattori (vissuto soggettivo, relazioni significative, ambienti di vita...); il percorso terapeutico non è finalizzato a cercare né a trovare un colpevole; parlare dei significati attribuiti al cibo e all’alimentazione, dall’allattamento in poi, può essere in alcuni casi una chiave d’ingresso nel mondo interno dei figli, creando una connessione e costruendo un senso.Il coinvolgimento della famiglia (primariamente dei genitori, ma anche delle altre figure, come nonni e fratelli, a seconda della situazione specifica) non è quindi un fattore di rischio, ma una risorsa preziosa che può mettere in luce il valore che essa ricopre nell’elaborazione e nella cura di un disagio che, in fondo, appartiene al singolo tanto quanto ai suoi cari.
A cura di: Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
08 Ottobre 2023