Bisogna imparare a dirsele bene: anche se il confronto può essere faticoso, lo sforzo di capirsi a fondo rende la coppia più solida e felice. Ecco il metodo dei tre passi indietro e sette avanti.
Primo passo indietro – Non cercare il colpevole
Un semplice incidente casalingo può diventare il pretesto per una sequela di accuse e critiche reciproche alla ricerca del responsabile, che rendono l’atmosfera tra i partner insopportabile e non portano da nessuna parte. Rinunciare a rinfacciarsi colpe vere o presunte a vicenda permette invece di rendere il litigio un momento di confronto e un’occasione per guardare la realtà da più prospettive.
Secondo passo indietro – Non dare consigli non richiesti
Dire all’altro come dovrebbe agire, per esempio quale abito indossare o come mettere i piatti in lavastoviglie, pur se fatto con le migliori intenzioni, non aiuta la coppia, poiché richiede una conferma che in genere non arriva e rischia quindi di generare frustrazione per entrambi i partner.
Chi offre un suggerimento, pensa di dimostrare interesse per l’altro e, se non viene accolto, lo ritiene un segno di ingratitudine verso la sua disponibilità. D’altro canto, colui che riceve il consiglio fuori luogo lo percepisce come qualcosa di cui non ha bisogno e che lo riporta alle prescrizioni dell’infanzia (“Non fare così…”).
E' importante quindi lavorare sul rispetto e rendersi conto che neanche nell’intimità della coppia è possibile dire all’altro ciò che è giusto o sbagliato. Abbandonare questo atteggiamento significa riconoscere all’altro la sua dignità, le sue risorse e il suo potenziale creativo.
Terzo passo indietro – Stare insieme non è una gara
Voler avere sempre l’ultima parola o prevalere sul partner causa solo tensione e disagio reciproco: stare insieme non è una gara.
Affermazioni del tipo “Non dici più niente perché tanto sai che ho perfettamente ragione”, che sfiniscono a vicenda, nascondono spesso carenze infantili, bisogni inappagati e indicano che i partner non riescono a trovare nella coppia le potenzialità di una realizzazione personale che non sia a discapito dell’altro.
Per nutrire la relazione è invece indispensabile mettere da parte il narcisismo e favorire lo sviluppo dell’autenticità di ognuno che nasce dal confronto, dall’impegno e dalla voglia di fare squadra.
Primo passo avanti – Stai sul problema, non attaccare la persona
Per imparare a dirsele bene è necessario non attaccare la persona e restare concentrati sulla questione concreta da cui è partita la lite. Di fatto, i problemi si possono risolvere, le persone, invece, non si cambiano, men che meno con continui attacchi fuori luogo e frecciatine.
Se ad esempio un partner ha bisogno di leggere per addormentarsi e l’altro sbotta perché la luce dà fastidio e lui/lei è un egoista perché non ci pensa, la reazione sarà ancora più stizzita. L’attacco diretto alla persona non produce risultati ma fa alzare le difese e i toni della risposta. L’approccio migliore è invece quello di cercare un accordo, per esempio: “scusa, leggo ancora qualche minuto perché sono agitato per una cosa di lavoro”.
Dunque, rispettare gli interessi personali e i bisogni di entrambi è la vera mossa vincente che rende anche il conflitto un momento di incontro.
Secondo passo avanti – Ascolta senza fare commenti
In generale, fare commenti quando qualcuno parla è considerato un segnale di interesse mentre il silenzio appare come un sintomo di scarsa attenzione.
In realtà, nella coppia le interruzioni impediscono al partner di organizzare le idee, parlare di sé stesso e sfogarsi, soprattutto nel corso di un litigio in cui ognuno ha bisogno di seguire la sua logica. Durante una discussione è importante ascoltare e non ribattere, neppure con affermazioni che sembrerebbero quasi neutre.
L’importante è trasmettere all’altro la certezza di essere ascoltato.
Terzo passo avanti – Prendi sul serio ma non alla lettera
Per migliorare la gestione dei conflitti, è importante prendere sul serio ma non alla lettera ogni affermazione dell’altro.
Sulla scia delle emozioni, infatti, nella tensione della lite, quando qualcuno dice qualcosa, non intende esattamente quello che ha pronunciato poiché si tratta di uno sfogo irrazionale. Per questo motivo alle affermazioni fatte durante uno “scontro”, anche quando possono suonare molto offensive (“Non ti sopporto più!” o “A saperlo, non facevo certo un figlio con te!”), non si deve dare troppo peso.
In questi casi bisognerebbe piuttosto riflettere su cosa sta cercando di comunicare il partner, compiendo uno sforzo per comprendere l’interlocutore al di là delle singole parole dette.
Quarto passo avanti – Dai informazioni
Quando si dà una informazione, chi la riceve non si sente obbligato a seguire una qualche indicazione come nel caso dei consigli non richiesti: cogliere bene questa differenza è sostanziale.
“Mettiti un maglione perché fa freddo dove vai” è molto diverso, per esempio, da dire “Sto guardando il meteo, ci sono 12 gradi dove vai”. Dare informazioni all’altro, che è libero di usarle o meno, assicura il rispetto delle sue posizioni e mantiene lo spazio reciproco della coppia.
Quinto passo avanti – Fai proposte e non dare ordini
Di fronte a un eventuale problema, fare proposte concrete funziona molto meglio che il tentativo di dare ordini innescando il ricordo di quelli ricevuti da bambini.
Un approccio propositivo, senza la pretesa che ogni idea sia ben accolta, genera, spesso, una reazione positiva. La regola d’oro è trovare un'alternativa adatta a entrambi che tenti di mettere insieme le diverse esigenze. Tuttavia, non è facile perché occorre superare la paura di un rifiuto o di un giudizio negativo.
Attenzione, però, che a volte anche una buona proposta, che si adatta alle esigenze di entrambi i partner, può andare in porto solo quando le acque si sono calmate.
Sesto passo avanti – Chiedi al partner il permesso di parlare di un certo tema
Quando una situazione un po’ critica potrebbe degenerare in uno scambio pieno di incomprensioni, è opportuno chiedere il permesso di affrontare la questione. La tecnica, ideata dallo psicoterapeuta americano Jerome Liss, aiuta a comunicare meglio quando il momento è delicato.
Se un papà, per esempio, torna dal colloquio a scuola dove ha scoperto che la figlia è stata assente e ha mentito alla mamma, dovrebbe domandare alla partner il permesso di parlare della questione. Al contrario, invece, buttarle tutto addosso peggiorerebbe le cose e potrebbe farla sentire inadeguata.
In questo modo, è possibile creare le condizioni per rendere il momento difficile meno esplosivo. Questa strategia non elimina l’eventualità di uno scontro ma offre maggiori possibilità di gestirlo senza una burrasca emotiva poiché mostra senso del rispetto, attenzione e crea condivisione.
Settimo passo avanti – Fai solo le domande di cui non conosci già la risposta
Spesso, le domande sono usate per mettere l’altro in crisi cercando di evidenziare cosa non sa e giudicandolo per questo. Imparare, dunque, a porre interrogativi reali, di cui non si conosce la risposta non è semplice ma è una grande opportunità per superare le difficoltà nella relazione.
“Cosa ti farebbe star meglio?”, “Come è andata oggi al lavoro?”: ecco alcuni esempi di 'domande maieutiche', ispirate al metodo del filosofo greco Socrate, teso a tirare fuori pensieri e conoscenze dagli altri invece di imporre le proprie idee e convinzioni.
Questo tipo di approccio, anche se non cancella il conflitto, permette di far emergere il lato migliore delle persone e offre uno spazio di condivisione in cui affrontare insieme i problemi.
A cura di: Daniele Novara, pedagogista e Direttore CPP- Scuola Genitori
18 Marzo 2023
Hai già un account? Accedi