Intervista alla Dott.ssa Valentina Valaguzza, psicologa e membro dell’équipe dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus.
Gentile Dott.ssa, il periodo di pandemia ha messo tutti a dura prova in moltissimi ambiti della vita e della quotidianità. Cosa possiamo dire sui disturbi alimentari in relazione a questo momento storico?
La possibilità di continuare a fare colloqui durante la pandemia ci ha permesso di raccogliere molte informazioni sull’andamento dei disturbi alimentari e soprattutto delle domande di cura. In generale, l’emergenza sanitaria si è aggiunta ad acuire situazioni già problematiche ed ha portato a nuove e importanti richieste d’aiuto. In particolare, sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio Pollicino, abbiamo registrato un primo aumento di domande a partire da Aprile 2020, per poi avere un incremento significativo soprattutto a partire da Settembre-Ottobre 2020 e da Gennaio 2021, mesi nei quali le chiamate al Numero Verde dell’Associazione sono duplicate. Principalmente abbiamo individuato due fasce d’età al centro di queste telefonate: da una parte i più piccoli, dai 9 mesi ai 3 anni di età, e dall’altra i pre-adolescenti e gli adolescenti, dai 7 fino ai 17 anni.
Esiste una differenza di genere o i dati che avete raccolto si riferiscono sia al maschile sia al femminile?
Nei disturbi alimentari esiste frequentemente una differenza di genere in relazione all’età che l’Associazione Pollicino aveva già individuato: i dati raccolti durante la pandemia hanno ancor più confermato e accentuato la presenza di questa differenza. Quello che è emerso con l’arrivo del Covid-19 è che nei piccolissimi vi è una percentuale maggiore di richieste per i maschi (70% circa). La situazione poi si inverte per le fasce d’età 7-10 anni e 11-17 anni, dove le domande d’aiuto riguardano quasi esclusivamente le femmine (80%). Ciò lascia aperti numerosi interrogativi su cosa accada nelle pre-adolescenti nel corso della pubertà.
Lei ha parlato di una fascia di età di piccoli e piccolissimi, può dirci qualcosa in più?
In concomitanza con la situazione sanitaria, nella fascia d’età dei più piccoli vi è stata una generale trasformazione di ansia e paura in fenomeni espressi attraverso il corpo. Innanzitutto c’è stato un acuirsi della protesta alimentare, manifestatasi con rifiuto o viceversa quadri di iperfagia, e parallelamente abbiamo osservato la presenza di disordini come la selettività o la restrizione alimentare. Abbiamo però incontrato anche bambini che ci hanno sorpresi nel loro modo di trasformare questo periodo difficile in un’opportunità per creare dei nuovi equilibri in famiglia. In alcuni casi, questo ha permesso ai piccoli di allentare il sintomo alimentare, specialmente là dove sono stati in grado di creare un nuovo "rifugio" in cui far funzionare qualcosa con mamma e papà sempre vicini.
Che dire invece del rapporto dei pre-adolescenti e degli adolescenti con i Disturbi del Comportamento Alimentare durante la pandemia?
Abbiamo notato che in queste fasi dello sviluppo la risposta più diffusa al lockdown è stata quella di mettere in pratica un maggior controllo sul corpo, come ad esempio attraverso restrizioni alimentari, diete ferree o digiuni, ossessione per il cibo sano e lunghe sessioni di attività fisica. Questo ha portato all’aumento di casi di anoressia ma abbiamo registrato anche, seppur in percentuale minore, alcuni quadri di iperfagia, forse legati alla mancanza di privacy o di uno spazio personale all’interno della casa. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che l’attenzione e il controllo sul corpo possono essere connessi anche al peso che i social hanno nella quotidianità dei giovani: il mondo virtuale è infatti pieno di immagini che evidenziano canoni fisici cui, spesso, ragazzi e ragazze ritengono indispensabile attenersi.
Qual è il messaggio positivo che può lasciarci dal suo lavoro terapeutico nel corso della pandemia?
La possibilità di lavorare online è stata una risorsa per due motivi: da una parte, infatti, ha permesso di garantire una continuità nelle terapie; dall’altra, invece, abbiamo constatato che, nonostante ci sia e ci sia stato un aumento di sofferenza, in moltissimi sono riusciti a chiedere aiuto e da diverse zone del Paese. Il lavoro terapeutico ci ha consentito soprattutto di osservare e ammirare la capacità dei bambini e dei ragazzi di costruire delle soluzioni al disagio e al malessere, là dove spesso sono stati loro stessi insegnanti per noi adulti.
A cura di: Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
20 Settembre 2021