L’alimentazione rappresenta un aspetto centrale della vita, a partire da quella intrauterina: il cibo assunto dalla mamma durante la gravidanza, il latte ricevuto dal neonato nel corso dell’allattamento, le pappe prima e i piatti poi preparati con cura e affetto, fino alla scelta autonoma e indipendente delle pietanze costituiscono, infatti, tappe e modalità diverse di nutrizione e alimentazione, dimensioni che arredano il quotidiano e accompagnano nelle varie fasi di crescita.
Il cibo fornisce certamente l’apporto calorico necessario al sostentamento fisico ma il suo ruolo non si esaurisce qui. Fin dalla nascita, è infatti elemento cardine della relazione che si instaura tra la madre e il bambino, una prima forma di comunicazione e scambio, quando il piccolo non ha ancora le parole per dire e per dirsi: è il genitore, in particolar modo la figura materna, a interpretare il pianto del neonato e a rispondere, soprattutto nei primi tempi, con l’offerta del latte. Ed è proprio con l’allattamento - naturale o artificiale - che, insieme all’alimento che riempie lo stomaco, comincia a passare un cibo diverso, che nutre il cuore e che si compone di voce, sguardo, calore e contatto corporeo. Tra cibo e amore si costruisce quindi un legame indissolubile che, inoltre, consente di mettere in luce la componente relazionale insita nel comportamento alimentare, vieppiù in età evolutiva: aprire la bocca, o viceversa chiuderla, significa accettare o rifiutare qualcosa che viene dall’esterno, dall’altro che si prende cura. In questo senso, quindi, il cibo diviene ben presto veicolo di messaggi che bambini e ragazzi rivolgono agli adulti di riferimento, ed è proprio per questa forte valenza comunicativa che la tavola può diventare anche scenario di comportamenti distorti o disfunzionali.
Con i termini disordini del comportamento alimentare si fa riferimento a una categoria psicopatologica che racchiude una grande varietà di comportamenti e atteggiamenti, relativi per l’appunto a un utilizzo alterato del cibo o dell’atto alimentare. Nell’avvicinarsi a questa tematica, è bene innanzitutto operare una precisazione: all’interno di tale categoria rientrano infatti sia i disagi sia i disturbi, espressioni differenti di malessere che è opportuno dunque distinguere.
I disagi alimentari - quali bizzarrie alimentari, selettività, inappetenza e rigurgiti frequenti - rappresentano quadri di sofferenza solitamente transitori e poco pervasivi, condotte che si possono manifestare in momenti specifici dello sviluppo, talvolta in concomitanza con eventi significativi, ad esempio lo svezzamento, la nascita di un fratellino o di una sorellina, l’ingresso nel contesto scolastico. L’assenza di gravità clinica e di problematiche in altre aree (come sonno, comportamento o evacuazione) non deve però portare i genitori e le altre figure di cura a trascurare o sottovalutare queste espressioni: si tratta di campanelli d’allarme, messaggi, come dicevamo, da accogliere e interrogare.
I disturbi alimentari - quali anoressia, bulimia e obesità - indicano invece un malessere più profondo e strutturato, presente con frequenza insieme a disturbi in altre sfere dello sviluppo. La sofferenza psicologica del bambino o dell’adolescente può infatti manifestarsi in più ambiti, dalla socializzazione all’apprendimento, dall’evacuazione al ritmo circadiano. Un rigido rifiuto o un’insistente voracità possono anche avere conseguenze significative sulla crescita del bambino, ecco perché il pediatra rappresenta spesso il primo riferimento per la famiglia, in grado, anche nelle situazioni di disagio, di intercettare che qualcosa non va, eventualmente affiancato da professionisti specializzati nell’accogliere mamme e papà preoccupati per i propri figli: convinti del valore della prevenzione, da sempre sottolineiamo la grande importanza di questa preoccupazione, che consiste proprio nell’occuparsi di qualcosa prima, per non dover riparare poi.
Per ulteriori approfondimenti, rimandiamo alla pubblicazione “SFAMAMI. Attualità della clinica psicoanalitica dei disordini alimentari in età pediatrica. 10 anni dopo” (a cura di P. Pace, Mimesis, 2021), che a partire da febbraio sarà disponibile nelle librerie.
A cura di: Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
27 Gennaio 2021
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