La campanella suona e...compagni e docenti partecipano, tutti insieme, a una grande avventura come quella del pasto!
In ogni plesso scolastico, dall’asilo nido alla scuola primaria, la mensa è un momento di convivialità, che unisce bambini e insegnanti, ponendo tutti in una situazione un po’ più destrutturata rispetto alle formalità tipicamente presenti durante le ore di attività o lezione.
Nutrirsi è un atto che va ben oltre al semplice mangiare. Aprire la bocca e introdurre cibo rappresenta infatti un gesto di fiducia verso il mondo esterno. Le pietanze soddisfano un bisogno fisiologico atto alla sopravvivenza, il quale fin dalla prima infanzia si unisce però con il bisogno di affetto, creando un connubio tra il cibo e l’amore, investendo di un ruolo affettivo il cibo stesso. Per tali ragioni, a tavola il bambino domanda di essere riconosciuto come un soggetto unico e speciale, da amare e desiderare, non solo da sfamare. Il rapporto con il cibo veicola tale messaggio! Chi si occupa del piccolo offre la propria disponibilità a soddisfare i suoi bisogni, anche quindi attraverso quel cucchiaino che dà la pappa, piuttosto che in quel pasto vissuto insieme allo stesso tavolo e con le medesime pietanze.
E così anche la mensa, che da nuovo ambiente di vita piano piano diventa sempre più noto, rassicurando il bambino, costituisce un luogo in cui si esprime e si realizza quel legame tra cibo e amore, il quale inizia già in età precoce nel primo incontro con l’altro segnato dall’allattamento (al seno o al biberon) e che continua tra le mura domestiche e scolastiche.
Quella della mensa è poi un’esperienza d’apprendimento, in cui educatrici e maestre trasmettono le regole del convivio a tavola, anche attraverso il proprio comportamento. I bambini infatti sono grandi imitatori, per cui è osservando che traggono un esempio a cui ispirarsi. Certamente anche la manipolazione del cibo (di cui i piccoli sperimentano le varie forme e consistenze, a casa come all’asilo), il fatto di mangiarlo in autonomia, l’assaporarlo all’interno di cornici educative condivise sono aspetti utili e fondanti la costruzione di una relazione positiva per il bambino.
Non bisogna dimenticare inoltre che l’ingresso a scuola, magari preceduto – e in alcuni casi, quindi, reso più morbido – da anni di asilo e nido, è un’esperienza di distacco dal luogo materno e familiare e sancisce dunque la presa delle prime autonomie e responsabilità. Può risultare talvolta comune vivere momenti di inappetenza, rifiuto o restrizione alimentare che coincidono proprio con questo nuovo inizio. È bene, comunque, che i genitori non facciano venire meno il loro prezioso sguardo e l’ascolto attento rivolto ai figli. La persistenza e l’aggravamento di tali problematiche possono infatti preoccupare: sono allora da interrogare e meglio comprendere, anche con il pediatra e in alcuni casi con professionisti del settore, quali psicologi e terapeuti.
Le questioni legate alle fatiche alimentari che si incontrano in mensa potrebbero avere a che fare, per esempio, con le difficoltà di adattamento al nuovo ambiente, che contempla la maturazione di una piena fiducia, le problematiche relazionali con compagni e maestre, la difficoltà a tollerare il distacco dai genitori e la paura dell’abbandono (che, in certe situazioni, può promuovere una sorta di regressione, con il bambino che predilige il ritorno ai cibi liquidi o fatti a piccoli pezzi).
Ogni soggetto è però unico e diverso: il comportamento del piccolo verso il cibo può essere manifestato sia a scuola sia a casa, oppure in uno solo dei due ambienti, ma è sicuramente utile che tra i due luoghi vi siano dialogo e fiducia. Ciò può promuovere una coerenza nei confronti dell’alimentazione e il fatto di trovare un punto di incontro su come il cibo venga offerto e su quali messaggi siano trasmessi.
Per concludere, la mensa scolastica, come la tavola di casa, diventa un momento educativo e di convivialità. Tuttavia, è bene che possa anche spogliarsi delle eccessive formalità e rigidità che l’ambiente educativo impone, come insistenze o punizioni, poiché mangiare e condividere cibo simboleggiano l’apertura verso il mondo esterno ed essa non può prescindere dalla gentilezza con cui il cibo stesso si accoglie a tavola.
A cura di: Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
10 Settembre 2022
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