Quante volte ci sarà capitata la domanda “è bravo tuo figlio?”, dove per BRAVO spesso si intende un bambino che non dia fastidio, che faccia per lo più ciò che vogliono i genitori senza protestare troppo, che in poche parole si adegui al volere di mamma e papà.
Ebbene, se questo comprensibilmente aiuta i genitori nella gestione dei figli, alla lunga produce delle conseguenze.
Le emozioni, tutte, hanno un significato, cioè ci dicono delle cose di noi e per questo è importante ascoltarle.
Immaginiamo che un bambino si arrabbi perché un altro bambino gli ha portato via un gioco a cui lui era molto interessato. Per un genitore sarà facile cercare di convincere il bambino che è importante condividere i giochi e tutte quelle belle storie che noi abbiamo imparato con gli anni.
Ma dal punto di vista del bambino la sua rabbia nasce da un senso di ingiustizia che lui si sentirà di aver vissuto e la rabbia che sente gli serve per porre dei CONFINI, lo protegge dalla possibilità che gli altri possano permettersi di non rispettarlo, di non fare attenzione ai suoi BISOGNI.
Negare a questo bambino la possibilità di provare rabbia, significa non accettare una parte di lui, che serve a proteggerlo.
Il bambino a cui diciamo “non arrabbiarti per questa sciocchezza!” si sentirà sbagliato per quello che sente e forse si dirà che provare rabbia non va bene, in fondo se lo dice la mamma deve essere vero!
Il desiderio più grande di ogni bambino infatti è quello di essere amato dai propri genitori e per questo cercherà di adeguarsi e di “fare il bravo”.
Mamma e papà sono uno specchio, attraverso il quale i bambini si guardano e danno senso alle cose che gli succedono dentro e fuori. Pensando al bambino del nostro esempio, che magari nel frattempo potrebbe anche aver tirato un pugno all’altro bambino potremmo dire: “Vedo che sei molto arrabbiato, lo capisco, MA non è giusto far male agli altri bambini, proviamo ad usare le parole per dire quanto siamo arrabbiati”, in questo modo il bambino capirà che l’errore non è la rabbia provata, ma il modo in cui l’ha manifestata.
Si tratta di farlo sentire capito, compreso e non giudicato, aiutandolo a leggere quello che gli succede dentro.
20 Ottobre 2020
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